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Beato Angelico - Wikipedia
created Sep 22nd 2023, 09:26 by IlChe
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Beato Angelico, Fra' Angelico o Giovanni da Fiesole (nato Guido di Pietro; Vicchio, 1395 circa – Roma, 18 febbraio 1455), è stato un pittore italiano.
È stato beatificato da papa Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1982, anche se già dopo la sua morte era stato chiamato Beato Angelico sia per l'emozionante religiosità di tutte le sue opere che per le sue personali doti di umanità e umiltà. Fu Giorgio Vasari, ne Le vite ad aggiungere al suo nome l'aggettivo "Angelico", usato in precedenza da Domenico da Corella e da Cristoforo Landino.
Frate domenicano, cercò di saldare i nuovi principi rinascimentali, come la costruzione prospettica e l'attenzione alla figura umana, con i vecchi valori medievali, quali la funzione didattica dell'arte e il valore mistico della luce.
Formazione
Guido di Pietro nacque nella zona di Rupecanina, frazione del comune di Vicchio, nel Mugello, nel 1395 circa. Scarse sono le notizie pervenuteci sulla sua famiglia: sappiamo che il padre, di nome Pietro, era figlio di un certo Gino, mentre il fratello Benedetto, di poco più piccolo dell'artista, lo aveva imitato nella scelta di farsi frate. Dopo un primo apprendistato in Mugello, la sua educazione artistica si svolse nella Firenze di Lorenzo Monaco e Gherardo Starnina: dal primo riprese sia l'uso di colori accesi e innaturali, che l'uso di una luce fortissima capace di annullare le ombre partecipando al misticismo della scena sacra; tutti temi che ritroviamo nella sua produzione miniaturistica e nelle sue prime tavole.
L'arte della miniatura dei manoscritti era una disciplina rigorosa, che servì molto al Beato Angelico nelle sue opere più tarde. Con tale attività compose su scala minuscole figure di stile perfetto e ineccepibile, spesso usando pigmenti costosi, come il blu di lapislazzuli e l'oro in foglia, dosati con estrema cura, poiché ogni contratto specificava la quantità da utilizzare. Nel gennaio e nel febbraio del 1418 è ricordato in alcuni documenti come "Guido di Pietro dipintore".
Prime opere
Nel 1418, poco prima di prendere i voti nel convento di San Domenico a Fiesole, entrando nell'Ordine Domenicano, realizzò una pala d'altare per la cappella Gherardini in Santo Stefano al Ponte a Firenze (oggi perduta), nell'ambito di un progetto decorativo affidato ad Ambrogio di Baldese, forse maestro dell'Angelico. Entrò quindi a far parte dei Domenicani osservanti, una corrente minoritaria formatasi all'interno dell'ordine domenicano in cui si osservava la regola originale di san Domenico, che richiedeva assoluta povertà e ascetismo. Non si conosce la data esatta in cui prese i voti, ma la si può collocare tra il 1418 e il 1421, poiché ai novizi non era consentito dipingere il primo anno e il successivo documento di una sua opera è appunto del 1423.
In quell'anno dipinse una croce per l'Ospedale di Santa Maria Nuova e viene indicato dai documenti come "frate Giovanni de' frati di San Domenico di Fiesole"; si evince dunque che aveva già professato i voti nell'ordine dei frati predicatori. Del 1424 è un San Girolamo di impostazione masaccesca. L'ordinazione sacerdotale risale invece all'intervallo 1427-1429.
Al 1428-1429 risale il Trittico di san Pietro martire, commissionato dalle religiose del monastero di San Pietro Martire in Firenze. In queste opere l'Angelico mostra di conoscere e apprezzare sia le novità di Gentile da Fabriano che di Masaccio, e tra i due tenta una sorta di conciliazione, abbracciando il secondo in maniera gradualmente maggiore nel corso degli anni, ma sviluppando anche presto, a partire dagli anni trenta, uno stile personale. Se fra' Giovanni mostra un fascino innegabile verso l'ornato, il dettaglio prezioso, le figure eleganti e allungate (come nell'arte tardogotica), dall'altro è interessato a collocarle in uno spazio realistico, regolato dalle leggi della prospettiva, e a dare loro un volume corporeo percettibile e saldo. Già nel trittico di San Pietro Martire le vesti dei santi sono pesanti e hanno pieghe che scendono rettilinee, con colori accesi e luminosi, proprio come nelle miniature, e lo spazio è profondo e misurabile, come suggerisce la disposizione dei piedi dei santi a semicerchio.
Tra le altre opere attribuite a questo periodo ci sono una Madonna col Bambino nel Museo nazionale di San Marco e una Madonna col Bambino e dodici angeli nello Städelsches Kunstinstitut di Francoforte sul Meno.
È stato beatificato da papa Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1982, anche se già dopo la sua morte era stato chiamato Beato Angelico sia per l'emozionante religiosità di tutte le sue opere che per le sue personali doti di umanità e umiltà. Fu Giorgio Vasari, ne Le vite ad aggiungere al suo nome l'aggettivo "Angelico", usato in precedenza da Domenico da Corella e da Cristoforo Landino.
Frate domenicano, cercò di saldare i nuovi principi rinascimentali, come la costruzione prospettica e l'attenzione alla figura umana, con i vecchi valori medievali, quali la funzione didattica dell'arte e il valore mistico della luce.
Formazione
Guido di Pietro nacque nella zona di Rupecanina, frazione del comune di Vicchio, nel Mugello, nel 1395 circa. Scarse sono le notizie pervenuteci sulla sua famiglia: sappiamo che il padre, di nome Pietro, era figlio di un certo Gino, mentre il fratello Benedetto, di poco più piccolo dell'artista, lo aveva imitato nella scelta di farsi frate. Dopo un primo apprendistato in Mugello, la sua educazione artistica si svolse nella Firenze di Lorenzo Monaco e Gherardo Starnina: dal primo riprese sia l'uso di colori accesi e innaturali, che l'uso di una luce fortissima capace di annullare le ombre partecipando al misticismo della scena sacra; tutti temi che ritroviamo nella sua produzione miniaturistica e nelle sue prime tavole.
L'arte della miniatura dei manoscritti era una disciplina rigorosa, che servì molto al Beato Angelico nelle sue opere più tarde. Con tale attività compose su scala minuscole figure di stile perfetto e ineccepibile, spesso usando pigmenti costosi, come il blu di lapislazzuli e l'oro in foglia, dosati con estrema cura, poiché ogni contratto specificava la quantità da utilizzare. Nel gennaio e nel febbraio del 1418 è ricordato in alcuni documenti come "Guido di Pietro dipintore".
Prime opere
Nel 1418, poco prima di prendere i voti nel convento di San Domenico a Fiesole, entrando nell'Ordine Domenicano, realizzò una pala d'altare per la cappella Gherardini in Santo Stefano al Ponte a Firenze (oggi perduta), nell'ambito di un progetto decorativo affidato ad Ambrogio di Baldese, forse maestro dell'Angelico. Entrò quindi a far parte dei Domenicani osservanti, una corrente minoritaria formatasi all'interno dell'ordine domenicano in cui si osservava la regola originale di san Domenico, che richiedeva assoluta povertà e ascetismo. Non si conosce la data esatta in cui prese i voti, ma la si può collocare tra il 1418 e il 1421, poiché ai novizi non era consentito dipingere il primo anno e il successivo documento di una sua opera è appunto del 1423.
In quell'anno dipinse una croce per l'Ospedale di Santa Maria Nuova e viene indicato dai documenti come "frate Giovanni de' frati di San Domenico di Fiesole"; si evince dunque che aveva già professato i voti nell'ordine dei frati predicatori. Del 1424 è un San Girolamo di impostazione masaccesca. L'ordinazione sacerdotale risale invece all'intervallo 1427-1429.
Al 1428-1429 risale il Trittico di san Pietro martire, commissionato dalle religiose del monastero di San Pietro Martire in Firenze. In queste opere l'Angelico mostra di conoscere e apprezzare sia le novità di Gentile da Fabriano che di Masaccio, e tra i due tenta una sorta di conciliazione, abbracciando il secondo in maniera gradualmente maggiore nel corso degli anni, ma sviluppando anche presto, a partire dagli anni trenta, uno stile personale. Se fra' Giovanni mostra un fascino innegabile verso l'ornato, il dettaglio prezioso, le figure eleganti e allungate (come nell'arte tardogotica), dall'altro è interessato a collocarle in uno spazio realistico, regolato dalle leggi della prospettiva, e a dare loro un volume corporeo percettibile e saldo. Già nel trittico di San Pietro Martire le vesti dei santi sono pesanti e hanno pieghe che scendono rettilinee, con colori accesi e luminosi, proprio come nelle miniature, e lo spazio è profondo e misurabile, come suggerisce la disposizione dei piedi dei santi a semicerchio.
Tra le altre opere attribuite a questo periodo ci sono una Madonna col Bambino nel Museo nazionale di San Marco e una Madonna col Bambino e dodici angeli nello Städelsches Kunstinstitut di Francoforte sul Meno.
